Le competenze digitali: per l’Industria 4.0 serve uno sprint.
Il Governo italiano ha previsto un credito di imposta al 50% per le spese destinate alla formazione in materia di trasformazione digitale (alle quali ad esempio è stata accorpata la realizzazione o l’ottimizzazione degli e commerce per le aziende).
Il credito ha l’obiettivo di agevolare l’integrazione tecnologica all’interno dei processi produttivi tradizionali: non servono solo investimenti, ma anche competenze adeguate per gestire e sostenere la trasformazione.
Il report ‘Osservatorio delle competenze digitali 2017’ realizzato da Aica, Assinform, Assintel e Assinter in collaborazione con l’Agid e il Ministero dell’Istruzione sottolinea la necessità di favorire una nuova cultura digitale.
Nel report è evidenziato come le filiere italiane siano ancora sottoposte a molti vincoli relativi allo sviluppo delle competenze e delle conoscenze digitali che contano.
L’Italia non riesce a soddisfare l’offerta aziendale di formazione o aggiornamento verso le competenze digitali diffondendo una cultura digitale eterogenea.
Sono due gli ambienti di azione individuati: quello orizzontale per tutte le professioni e quello verticale per aumentare il numero di laureati e specialisti Ict.
Il problema è quello di arrivare per tempo e non essere definitivamente superati dalla quarta rivoluzione industriale.
Alcuni grandi player hi tech stanno già preparando il terreno. Si pensi alle recenti iniziative di Cisco e Ibm
Cisco, con il piano ‘Digitaliani’ ha attivato un’iniziativa triennale su un investimento da 100 milioni di dollari offrendo corsi dedicati all’Internet Of Things, alla cybersecurity e ad altri temi caldi in materia di nuove competenze digitali.
Ibm presenta Digitale Per Fare, un percorso che si avvale dell’esperienza di professionisti esperti nelle singole tematiche (Watson, Cognitive, Big Data e Coding) e sarà abilitato dalle nuove tecnologie che stimolano la collaborazione e il lavoro in team.
Impensabile non vincere la sfida delle competenze digitali. Il prezzo da pagare per il fallimento sarebbe troppo alto non solo per chi sta connettendo la fabbrica (visto che in un anno la trasformazione digitale ha portato ad uscire dai confini manifatturieri allargandosi a tutti gli ambiti economici), ma per tutti.