Stampa 3D e medicina

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La stampa 3D si mette all’opera in campo medico con il progetto 3DKarkynos condotto dall’ENEA insieme all’azienda fiorentina Kentstrapper specializzata nella produzione di stampanti 3D.

3DKarkynos è un progetto finalizzato allo sviluppo di un prototipo di tumore vascolarizzato mediante bio-stampa 3D per lo screening di farmaci chemioterapici.

“Questa metodologia consentirà lo screening farmacologico su un modello biologico più vicino alla realtà di qualunque altro modello in vitro ad oggi disponibile e di ridurre, non solo tempi e costi della sperimentazione, ma anche l’impiego di modelli animali”, sottolinea Francesca Antonelli del Laboratorio Tecnologie Biomediche dell’ENEA.

La stampa 3D si occupa di realizzare un “prototipo” di glioblastoma, il già comune fra i tumori cerebrali tramite stampante commerciale a basso costo opportunamente modificata e potrebbe aprire nuove prospettive nel campo dell’ingegneria tessutale, controlli farmacologici e ricerche tumorali.

Di fatto, la sua valenza innovativa è triplice.

La stampa 3D si allea quindi al settore medico modificando le tradizionali testine per l’estrusione di materiale polimerico: queste saranno rimpiazzate da micro siringhe che tramite speciali inchiostri biologici costruiti da miscele di cellule, polimeri bio compatibili e bio molecole comporranno le strutture anatomiche complesse tridimensionali vascolarizzate che di fatto cono i modelli tumorali.

Questi sofisticati dispositivi ottenuti tramite stampa 3D, utilizzando una minima quantità di campioni, saranno in grado di mimare le strutture dei casi sanguigni del tumore riproducendone il micro circolo, le funzionalità e le complessità.

3DKarkynos prevede quindi la creazione di una copia in miniatura del tumore del paziente realizzata con la stampa 3D di materiale organico fatto poi crescere su uno speciale chip per le procedure di test esattamente come se i test venissero effettuati direttamente sul paziente annullando di fatto ogni possibile rischio e permettendo di modificare la cura per ciascun singolo paziente.

Il progetto è stato selezionato tra le ventuno iniziative ammesse ai finanziamenti del “Proof Of Concept” 2020, fondo di investimenti interno da 2,5 milioni di Euro creato dall’ENEA per realizzare progetti di sviluppo in grado di dimostrate la fattibilità di tecnologie innovative e favorirne il trasferimento tecnologico verso l’industria.

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